venerdì 29 novembre 2013

Cinema spoglio. "Ossigeno" di Piero Cannizzaro

di Fiorenza Villano

Sono rimasta positivamente colpita dal docu-film visto venerdì 15 novembre: Ossigeno di Piero Cannizzaro.
Tralasciando il piacere di avere in aula non solo studenti ma altri professori e professionisti del settore, ho apprezzato l'originalità di questo documentario, di questo film.
Non ci sono effetti speciali, non ci sono movimenti particolari di telecamera (se particolare non vogliamo definire il modo in cui è stato girato), non ci sono cambiamenti di scena rilevanti, non ci sono personaggi.

giovedì 21 novembre 2013

La vita iniettata nella forma in "Noi non siamo come James Bond"

di Nicolas Bilchi


Il documentario di Mario Balsamo "Noi non siamo come James Bond" si pone all'interesse come opera estremamente poliedrica, in grado cioè di sviluppare una serie di discorsi paralleli, sorretti e nobilitati dalla riflessione metalinguistica dell'autore. 
Guardando il film si percepisce in modo chiaro che oltre la "storia" vi è una indagine portata direttamente sulle strutture che la contengono: la forma e il senso del documentario come tipologia di costruzione di un testo filmico. Di esso Balsamo contesta con veemenza la percezione superficiale, che vorrebbe il documentario essere nient'altro che registrazione assolutamente oggettiva di una realtà data a priori. 

martedì 12 novembre 2013

Corpi Nudi

di Francesca Ragozzino


In Noi non siamo come James Bond, Mario Balsamo è un documentarista che documenta se stesso. 
Il nudo, la carne, il corpo si spoglia dei suoi indumenti per ricercare i valori primari della propria ragion di vita. I punti cardinali  non guidano solamente il regista e il suo caro amico Guido Gabrielli, ma accompagnano ogni essere umano nelle sue forze e debolezze. 

domenica 10 novembre 2013

"Io sono Li" e "Terraferma". Chioggia-Lampedusa solo andata.

di Luca Petrassi

Da Chioggia a Lampedusa il viaggio è lungo e gli ambienti estremamente differenti.
A Chioggia i contrasti sono quasi assenti, la luce grigia, la nebbia fitta e il mare gelido avvolgono tutti: culture vicine e lontane; lavoratori e pensionati; sfruttati e miserabili; Italiani e Altri.
Andrea Segre, regista di Io sono Li, lo sa bene, e alla sua maniera tenta di mostrare “la realtà” della storia. Lo Spazio d’azione nel suo film gioca un ruolo ben preciso. L’umanità dei primi piani dei protagonisti è silenziosa, ma la macchina (in movimento) li segue mentre compiono azioni elementari e formulano desideri semplici; primi piani che si contrappongono in modo angosciante  alle panoramiche di porti e spiagge vuoti o semivuoti.