di Donato Leoni
Cerco
di trovare il film usando internet, in streaming o Emule per
scaricarlo (come avrebbe fatto qualunque mio coetaneo), ma non ci
riesco in nessun modo. Allora mi informo se viene ancora proiettato
in qualche sala, finalmente lo trovo!
E sembra che l'unico modo per
andare a vederlo sia quello di andare al "Greenwich" a
Testaccio. Arrivo in un nuvoloso pomeriggio di domenica, entro, e
appena seduto mi accorgo di trovarmi in un universo cinematografico totalmente distante da quello che sono abituato a vedere nei
Multiplex. Qui si respira ancora l'aria del "vecchio cinema",
quello di cui mi parlava mio nonno. Un luogo in cui ci si recava con le
uova e una ciotola per farsi "l'uovo sbattuto" e berlo durante la proiezione, mentre si guardava il film.
Mi accorgo di questo dagli odori
che arrivano alla mia poltrona, dalla sala: gente che sbuccia e mangia arance, gente che mangia panini caldi e che si è
portata altra frutta da casa, dalla quale emanano odori inebrianti.
Mi
sento "a casa", anche perché mia nonna è stata una
dipendente dell'Istituto Luce per 41 anni e conosceva benissimo
Fellini, quindi mi sento doppiamente motivato a "godermi il
film".